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Pubblicato il 28/09/2023

IN RICORDO...

E’ con immenso dolore che comunichiamo la scomparsa di Ada Franzini, apprezzatissima collega che ha speso tutta la sua vita per la professione infermieristica con dedizione e intelligenza. Integerrima rappresentante della storia del Collegio che ha saputo guidare con entusiasmo per molti anni come Presidente prima ed ora componente della Commissione Albo dell'Ordine. Ci lascia in eredità la sua passione, il suo impegno costante per la crescita della nostra professione senza mai scoraggiarsi di fronte agli ostacoli che incontrava sulla strada per arrivare agli obiettivi che si era prefissata.

Cara Ada ci mancherai. Continua a guidarci e a sostenerci nel nostro cammino…

La Presidente, il Consiglio Direttivo, la Commissione Albo Infermieri e i Revisori dei Conti

Pubblicato il 16/09/2023

Calo iscrizioni, FNOPI: senza cambi di rotta a rischio l’articolo 32 della Costituzione

Calano ancora le domande di accesso ai corsi di laurea di Infermieristica: in alcuni atenei, per la prima volta, non raggiungono nemmeno il numero di posti a bando.

La riduzione media è del -10% medio rispetto allo scorso anno accademico (con il rapporto minimo domande/posti che il Paese abbia mai registrato): -12,6% al Nord, -15% al Centro e -5,7% al Sud (dati rilevati da Angelo Mastrillo, docente in organizzazione delle Professioni sanitarie dell’Università di Bologna).

Per questo la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) lancia l’allarme: “Senza infermieri l’Italia non avrà più un SSN degno di questo nome, ci aspetta una lunga stagione assistenziale  e non saremo più in grado di garantire salute a tutti. È una prospettiva concreta, reale, che comporta perdite economiche, sociali, oltre che un restringimento dei diritti civili”.

La FNOPI chiede un intervento deciso e non più rinviabile delle istituzioni e, a fronte della situazione di fortissimo rischio, fissa i paletti inderogabili per il recupero dell’assistenza.

Le proposte della FNOPI

È necessario che la “questione infermieristica” sia affrontata nella sua totalità, sottolinea la Federazione. La sfida odierna sulla carenza di infermieri va affrontata, oltre che quantitativamente con l’offerta formativa, anche qualitativamente con l’evoluzione degli attuali percorsi formativi offerti ai giovani futuri infermieri, “i veri garanti dell’assistenza”.

Per invertire la rotta è necessario e non più rinviabile:

  1. il finanziamento delle lauree magistrali abilitanti a indirizzo clinico per avere infermieri specialisti in grado di gestire una filiera assistenziale composta da più professionisti con livelli di competenze diversificate per rispondere ai bisogni sempre più complessi della popolazione;
  2. il finanziamento dei docenti infermieri (necessari a garantire la qualità formative e quindi dell’assistenza) che devono rientrare sotto il governo del ministero dell’Università e non più, come indica il Dlgs 502/1992, sotto quello delle aziende;
  3. la revisione dei criteri di accesso ai corsi di laurea triennali (test di ammissione separato con nuove modalità; autonomia e specificità della selezione al corso).

La Federazione degli infermieri chiede un cambio immediato dei modelli organizzativi con maggiore autonomia infermieristica e una nuova riqualificazione, il riconoscimento della  branca assistenziale infermieristica nei LEA e nuovi sbocchi di carriera e professionali.

E naturalmente la retribuzione. Va aumentato subito il potere contrattuale e creata un’area contrattuale separata. Va aumentata anche l’indennità di specificità infermieristica di almeno il 200% (216 euro lordi/mese).

Per la distribuzione geografica degli infermieri e per evitare fughe sull’asse Nord-Sud (così come all’estero) si deve poi intervenire subito sulle modalità di reclutamento e ingaggio per coprire sia i singoli servizi sia le singole aree geografiche con i più giusti e motivati professionisti, in coerenza con le competenze e le specializzazioni grazie a concorsi mirati e infungibilità.

“Nessuna altra soluzione – dichiara la presidente della FNOPI, Barbara Mangiacavalli – può essere ritenuta adeguata se prima non saranno messe in atto queste nuove misure strutturali. Senza un deciso e immediato cambio di rotta è a rischio l’applicazione dell’articolo 32 della Costituzione”.

La situazione attuale: i rischi e le prospettive future senza interventi

Per la FNOPI in questo senso, i problemi da affrontare sono tre: rispetto alla demografia, il calo di giovani che porterà inevitabilmente a una riduzione dei possibili candidati futuri; la necessità che la professione abbia sbocchi di carriera e professionali strutturati e costanti; l’aumento del costo della vita, che rende le scelte dei giovani più “stanziali”, scoraggiando la mobilità universitaria in regioni distanti da quella di residenza.

E ovviamente la retribuzione tra le più basse d’Europa completa il quadro negativo: in Italia vale il 23% in meno rispetto alla media OCSE.

I numeri della carenza infermieristica ormai sono evidenti: la Corte dei conti nella sua memorai al NADEF 2022 l’ha ufficializzata in -65.000 unità e con il decreto 77/2022 di riordino dell’assistenza sul territorio (per attuare il PNRR) ne servono almeno altri 20.000 (quelli di famiglia e comunità).

Nei prossimi anni poi la situazione è destinata a peggiorare: i 10.000 pensionamenti annui di infermieri dal 2029 raddoppieranno; quasi 30.000 infermieri italiani sono andati all’estero per le scarse prospettive del nostro Paese (e la formazione di ognuno è costata in meda allo Stato circa 30.000 euro) e ne continuiamo a perdere circa 3.000-3.500 ogni anno.
Al contempo, rileviamo oltre 13.000 infermieri stranieri in servizio, a vario titolo, sul territorio nazionale senza iscrizione agli Ordini e senza i dovuti controlli sulla conoscenza della lingua (in virtù delle deroghe prevista da decreti emergenziali), che quindi lavorano in un contesto di totale insicurezza delle cure.

È cambiato il modo di fare sanità, ma gli standard ancora no: gli ultrasessantacinquenni sono il 25% della popolazione e a loro, come alle altre categorie di cittadini servono poche e puntuali prestazioni cliniche e lunghe stagioni assistenziali che solo gli infermieri possono garantire, conclude la FNOPI.

Fonte FNOPI

trend nei corsi di laurea in infermieristica.docx   
Pubblicato il 11/09/2023

CONVENZIONE FONDAZIONE TEATRI DI PIACENZA

L'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Piacenza ha stipulato una convenzione con la Fondazione Teatri di Piacenza al fine di favorire un servizio culturale ai propri iscritti.

In allegato la stipula della convenzione 

CONVENZIONE OPI.pdf   
Pubblicato il 30/06/2023

Bando di ammissione al Corso di Dottorato di Ricerca in "Clinical and Experimental medicine (CEM) Anno Accademico 2023/2024

L'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Piacenza informa che UNIMORE  ha pubblicato un Bando di ammissione al Corso di Dottorato di Ricerca in "Clinical and Experimental medicine (CEM) - Medicina Clinica e Sperimentale del XXXIX ciclo - Anno Accademico 2023/2024 dell'Università di Modena e Reggio Emilia , sono previste due borse di studio con tematica "Scienze Infermieristiche" riservate a infermieri in possesso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche.

Il Corso di Dottorato CEM si articola nei seguenti tre curricula:

1) Sanità Pubblica;

2)  Medicina Traslazionale;

3) Nanomedicina, Scienze Farmaceutiche e Medicinali.

In allegato la versione integrale del Bando che scade il  27 luglio 2023 è disponibile per la consultazione
anche al seguente link: 
http://https://www.unimore.it/bandi/StuLau-Sdott.html

Per informazioni è possibile contattare la Prof.ssa Paola Ferri, mail paola.ferri@unimore.it.

In allegato il bando in oggetto

Bando XXXIX UNIMORE.pdf   
Pubblicato il 18/05/2023

Alluvione in Emilia-Romagna: solidarietà ai cittadini ed alle vittime e vicinanza agli infermier impegnati sul campo

Il Coordinamento degli Ordini delle Professioni Infermieristiche dell’Emila Romagna si stringe intorno ai cittadini e alle cittadine delle zone colpite dai drammatici eventi naturali degli ultimi giorni, che stanno generando situazioni di pericolo estremo e di rischio sia per la salute che per la vita stessa e mettono a dura prova l’intera Regione e il suo tessuto sociale, umano e produttivo. Gli Opi dell’Emilia-Romagna esprimono anche solidarietà verso tutti i colleghi infermieri che nonostante le difficoltà continuano il loro lavoro e portano avanti i soccorsi ad ogni costo, confermando ancora una volta la vicinanza della nostra professione con i cittadini, soprattutto nei momenti di maggiore bisogno, non solo legato a problemi di salute. L’infermiere è da sempre garante che la persona non sia mai lasciata sola nei suoi maggiori bisogni e di fronte alle sue necessità, perché, come prescrive il nostro Codice deontologico, “il tempo di relazione è tempo di cura”, sempre, in ogni momento della vita e di fronte a ogni situazione. In questo senso la nostra ammirazione va ai colleghi capaci non solo di assistere chi ha bisogni di salute, ma anche le persone in difficoltà, attraverso gesti concreti quotidiani di vicinanza che consentano di rielaborare la premura, l’ascolto, l’attenzione non solo dal punto di vista clinicoassistenziale, ma anche umano. La relazione professionista-cittadino, fondamentale per rispondere a bisogni complessi come quelli che si stanno manifestando in questi giorni, è uno degli elementi cardine del sistema salute e gli infermieri sul campo, con la loro professionalità e la loro umanità lo stanno dimostrando e sono pronti a dimostrarlo ogni giorno, ogni momento e in ogni frangente.

Il Coordinamento ringrazia inoltre l’espressione di solidarietà ricevuta in questi giorni dagli altri Ordini professionali e dalle Istituzioni.  

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