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Pubblicato il 03/12/2023

INFERMIERE DI FAMIGLIA E COMUNITA'

Infermiere di famiglia e di comunità “vettore” di equità sociosanitaria

Successo di partecipazione e di pubblico all’evento formativo “Persone, Prossimità e Relazioni di cura:
nuove strade per la Comunità”
 organizzato nella giornata di ieri dal Coordinamento regionale degli OPI ER insieme all’Associazione “Prima la comunità”.

 Il Coordinamento regionale OPI con tutti i suoi presidenti provinciali, sostiene con forza la Riforma dell’assistenza territoriale e insieme un cambio di paradigma che vada incontro alle esigenze del cittadino. Se infatti negli ospedali si cura in modo prestazionale, nel territorio si parla di una presa in carico per la comunità e di esempi concreti di politiche di welfare.

Modelli e buone pratiche sono stati diffusi durante le varie fasi del convegno che ha visto la registrazione di centinaia di infermieri da tutta la regione e con il collegamento da remoto della Presidente della FNOPI Barbara Mangiacavalli. La presidente ha condiviso con i presenti la necessità di un percorso formativo e universitario che rafforzi le competenze specialistiche e trasversali di una figura, quella dell’infermiere di comunità e di famiglia, che sarà sempre più centrale nell’equipe di cura.

L’evento è stato proprio una “full immersion”, una giornata di studio e di confronto tra gli infermieri ma non solo, con uno sguardo al futuro dell’assistenza territoriale e comunitaria e relatori di spessore: docenti universitari, esperti, presidenti di associazioni a livello regionale e nazionale.

La centralità della figura infermieristica nella prossimità è stata al centro delle parole dell’assessore alle politiche della salute della Regione Emilia-Romagna Raffaele Donini che ancora una volta è pronto a condividere nuovi percorsi e nuove sfide con il coordinamento regionale degli infermieri. Due le promesse: avere le nomine dei nuovi direttori assistenziali nei vertici strategici aziendali nelle prossime settimane in tutta la regione ed implementare i nuovi corsi di Laurea magistrale ad indirizzo clinico.

 

Foto della giornata.docx   
Pubblicato il 20/11/2023

Commissione nazionale ECM: regole su crediti formative e nuove tematiche di formazione

La Commissione nazionale per la formazione continua nel mese di novembre ha approvato quattro delibere rispettivamente su:

  1. obbligo formativo per il triennio 2023-2025, pari a 150 crediti formativi, fatte salve le le decisioni della Commissione nazionale in materia di esoneri, esenzioni ed eventuali altre riduzioni, in cui è previsto anche che l’acquisizione dei crediti formativi relativi al triennio 2020-2022 è consentita fino al 31 dicembre 2023, per eventi con “data di fine evento” al 31 dicembre 2023. E che la possibilità di spostamento dei crediti è consentita fino al 30 giugno 2024;
  2. il COGEAPS potrà procedere – e la delibera spiega le varie modalità – con l’applicazione, per il triennio 2023/2025, di una riduzione pari a 1/3 dell’obbligo formativo individuale triennale ai professionisti sanitari di cui alla legge 11 gennaio 2018, n. 3 residenti nei territori dei comuni indicati nell’allegato 1 del decreto-legge 1° giugno 2023, n. 61 coordinato con la legge di conversione 31 luglio 2023, n. 100;
  3. sono sottoposti all’obbligo ECM anche i massofisioterapisti iscritti con riserva agli elenchi speciali ad esaurimento di cui all’art. 5 del D.M. 9 agosto 2019, in virtù di quanto previsto dall’art. 15 bis del decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34 a far data dal 01.01.2023
  4. Costituiscono tematiche di interesse nazionale, per il triennio 2023-2025, il “Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale”, la “sanità digitale”, la “formazione in infezioni ospedaliere” il “Piano strategico – operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale (PanFlu 2021 – 2023). Aspetti scientifici, tecnico-operativi, giuridico-normativi e di gestione delle emergenze”.

Le delibera spiegano le varie modalità di applicazione delle nuove previsioni e indicano le azioni necessarie all’adeguamento a quanto stabilito dalla Commissione.

Di seguito i testi integrali delle delibere.

Delibera sull’obbligo formativo triennio 2023/2025 e spostamento crediti.
La Commissione Nazionale per la Formazione Continua, nella riunione del 8 novembre 2023, ha approvato la delibera sull’obbligo formativo per il triennio 2023/2025 e sulla possibilità di spostamento crediti al triennio precidente.

Delibera sulla riduzione dell’obbligo formativo per i professionisti che hanno svolto la loro attività professionale nei territori dei comuni coinvolti dall’emergenza dovuta agli eventi alluvionali, di cui al decreto-legge 1° giugno 2023, n. 61.
La Commissione Nazionale per la Formazione Continua, nella riunione del 8 novembre 2023, ha approvato la delibera sulla riduzione dell’obbligo formativo per i professionisti che hanno svolto la loro attività professionale nei territori dei comuni coinvolti dall’emergenza dovuta agli eventi alluvionali, di cui al decreto-legge 1° giugno 2023, n. 61

Delibera sull’obbligo formativo dei massofisioterapisti di cui all’art. 5 del D.M 9 agosto 2019.
La Commissione Nazionale per la Formazione Continua, nella riunione del 8 novembre 2023, ha approvato la delibera sull’obbligo formativo dei massofisioterapisti di cui all’art. 5 del D.M 9 agosto 2019.

Delibera Tematiche di interesse nazionale.
La Commissione Nazionale per la Formazione Continua, nella riunione del 8 novembre 2023 ha approvato la delibera sulle tematiche di interesse nazionale.

FONTE: FNOPI

Pubblicato il 25/10/2023

PERSONE – PROSSIMITÀ – RELAZIONE DI CURA: NUOVE STRADE PER LA COMUNITÀ

Gli Infermieri hanno la consapevolezza che servano nuovi paradigmi per affrontare i grandi cambiamenti in essere. Cambiamenti che stanno interrogando in modo critico il sistema di welfare di cui la sanità è parte. Non sembrano percorribili strade che comportino semplici “riverniciature” organizzative. Serve invece un nuovo patto sociale, dove il welfare non si esaurisca nelle prestazioni, ma contribuisca a riformulare i modi della convivenza sociale, ricostruisca un adeguato sistema di responsabilità, interpelli nel profondo i saperi e ne ricomponga contenuti e interazioni e le conseguenti forme del lavoro e della relazione di cura, ricollochi il ruolo delle differenti istituzioni come strumenti delle comunità da cui prendono sia significati che legittimazione.  Si può cominciare con una diversa visione della Casa della Comunità come luogo simbolico, oltre che fisico, di una diversa convivenza sociale, luogo abitato e riconosciuto dalla comunità e non solo, usato per “consumare prestazioni”, tra l’altro sempre più parziali, rispetto ad un bisogno globale di salute.

Il Coordinamento degli Ordini delle Professioni Infermieristiche dell’Emilia-Romagna, in collaborazione con l’Associazione “Prima la Comunità”, organizza un evento, accreditato ECM, dal titolo ““Persone – prossimità – relazione di cura: nuove strade per la comunità” , che si terrà il prossimo 30 novembre 2023 a Bologna, presso Ac Hotel Bologna Marriott – Via Sebastiano Serlio, 28 – 40128, dalle ore 09.00 alle ore 18.00

La partecipazione è gratuita, ed è riservata ad Infermieri/e ed Infermieri/e Pediatrici/che iscritti agli OPI dell’Emilia Romagna.

Per le iscrizioni, accedere all’area riservata del sito di OPI Bologna (o iscriversi ex novo, per coloro che non lo avessero ancora fatto) poi entrare nell’area corsi e selezionare l’evento

Il Programma definitivo verrà pubblicato nei prossimi giorni

Link: https://www.ordineinfermieribologna.it/servizionline/accedi

 

Pubblicato il 20/10/2023

COMUNICATO STAMPA

Basta polemiche. È ora di fare sistema per dare le migliori risposte ai bisogni di salute dei cittadini

“Basta polemiche. È ora di fare sistema per dare le migliori risposte ai bisogni di salute dei cittadini. È il momento di attuare una riforma epocale e dunque adeguare l’organizzazione al mutato contesto”. Così interviene Pietro Giurdanella, Presidente del Coordinamento degli Ordini delle Professioni infermieristiche dell’Emilia-Romagna, a seguito delle provocazioni lanciate da più parti.

“È in atto una transizione demografica, sociale ed epidemiologica che non ha precedenti nella storia: aumentano i cittadini con cronicità e fragilità. Il sistema dell’emergenza e del Pronto soccorso, così come oggi è configurato, non è in grado di dare risposta ai nuovi bisogni di salute dei cittadini” precisa il Presidente degli OPI ER.

“Nell’ambito di questo scenario, dunque, questa riforma è necessaria. E anche in questa occasione, come sempre, gli infermieri porteranno un importante contributo di competenze assistenziali ed organizzative, le loro capacità di lavorare in equipe, per affrontare insieme – al fianco dei cittadini – questo grande cambiamento.

È tempo di mettere da parte le strumentalizzazioni che servono solo a destabilizzare l’opinione pubblica. I cittadini hanno bisogno di sapere di poter continuare a contare su un sistema sanitario pubblico dove infermieri e medici, insieme, continueranno a fare sempre tutto il possibile per tutelare la salute di ciascun paziente, in ogni situazione, in ogni contesto” conclude.

Un appello, quello di tutti gli Ordini delle Professioni infermieristiche dell’Emilia-Romagna, a mettere da parte pregiudizi e strumentalizzazioni per affrontare insieme il futuro di una sanità sempre più prossima al cittadino, come delineato dal DM77.

Pubblicato il 16/09/2023

Calo iscrizioni, FNOPI: senza cambi di rotta a rischio l’articolo 32 della Costituzione

Calano ancora le domande di accesso ai corsi di laurea di Infermieristica: in alcuni atenei, per la prima volta, non raggiungono nemmeno il numero di posti a bando.

La riduzione media è del -10% medio rispetto allo scorso anno accademico (con il rapporto minimo domande/posti che il Paese abbia mai registrato): -12,6% al Nord, -15% al Centro e -5,7% al Sud (dati rilevati da Angelo Mastrillo, docente in organizzazione delle Professioni sanitarie dell’Università di Bologna).

Per questo la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) lancia l’allarme: “Senza infermieri l’Italia non avrà più un SSN degno di questo nome, ci aspetta una lunga stagione assistenziale  e non saremo più in grado di garantire salute a tutti. È una prospettiva concreta, reale, che comporta perdite economiche, sociali, oltre che un restringimento dei diritti civili”.

La FNOPI chiede un intervento deciso e non più rinviabile delle istituzioni e, a fronte della situazione di fortissimo rischio, fissa i paletti inderogabili per il recupero dell’assistenza.

Le proposte della FNOPI

È necessario che la “questione infermieristica” sia affrontata nella sua totalità, sottolinea la Federazione. La sfida odierna sulla carenza di infermieri va affrontata, oltre che quantitativamente con l’offerta formativa, anche qualitativamente con l’evoluzione degli attuali percorsi formativi offerti ai giovani futuri infermieri, “i veri garanti dell’assistenza”.

Per invertire la rotta è necessario e non più rinviabile:

  1. il finanziamento delle lauree magistrali abilitanti a indirizzo clinico per avere infermieri specialisti in grado di gestire una filiera assistenziale composta da più professionisti con livelli di competenze diversificate per rispondere ai bisogni sempre più complessi della popolazione;
  2. il finanziamento dei docenti infermieri (necessari a garantire la qualità formative e quindi dell’assistenza) che devono rientrare sotto il governo del ministero dell’Università e non più, come indica il Dlgs 502/1992, sotto quello delle aziende;
  3. la revisione dei criteri di accesso ai corsi di laurea triennali (test di ammissione separato con nuove modalità; autonomia e specificità della selezione al corso).

La Federazione degli infermieri chiede un cambio immediato dei modelli organizzativi con maggiore autonomia infermieristica e una nuova riqualificazione, il riconoscimento della  branca assistenziale infermieristica nei LEA e nuovi sbocchi di carriera e professionali.

E naturalmente la retribuzione. Va aumentato subito il potere contrattuale e creata un’area contrattuale separata. Va aumentata anche l’indennità di specificità infermieristica di almeno il 200% (216 euro lordi/mese).

Per la distribuzione geografica degli infermieri e per evitare fughe sull’asse Nord-Sud (così come all’estero) si deve poi intervenire subito sulle modalità di reclutamento e ingaggio per coprire sia i singoli servizi sia le singole aree geografiche con i più giusti e motivati professionisti, in coerenza con le competenze e le specializzazioni grazie a concorsi mirati e infungibilità.

“Nessuna altra soluzione – dichiara la presidente della FNOPI, Barbara Mangiacavalli – può essere ritenuta adeguata se prima non saranno messe in atto queste nuove misure strutturali. Senza un deciso e immediato cambio di rotta è a rischio l’applicazione dell’articolo 32 della Costituzione”.

La situazione attuale: i rischi e le prospettive future senza interventi

Per la FNOPI in questo senso, i problemi da affrontare sono tre: rispetto alla demografia, il calo di giovani che porterà inevitabilmente a una riduzione dei possibili candidati futuri; la necessità che la professione abbia sbocchi di carriera e professionali strutturati e costanti; l’aumento del costo della vita, che rende le scelte dei giovani più “stanziali”, scoraggiando la mobilità universitaria in regioni distanti da quella di residenza.

E ovviamente la retribuzione tra le più basse d’Europa completa il quadro negativo: in Italia vale il 23% in meno rispetto alla media OCSE.

I numeri della carenza infermieristica ormai sono evidenti: la Corte dei conti nella sua memorai al NADEF 2022 l’ha ufficializzata in -65.000 unità e con il decreto 77/2022 di riordino dell’assistenza sul territorio (per attuare il PNRR) ne servono almeno altri 20.000 (quelli di famiglia e comunità).

Nei prossimi anni poi la situazione è destinata a peggiorare: i 10.000 pensionamenti annui di infermieri dal 2029 raddoppieranno; quasi 30.000 infermieri italiani sono andati all’estero per le scarse prospettive del nostro Paese (e la formazione di ognuno è costata in meda allo Stato circa 30.000 euro) e ne continuiamo a perdere circa 3.000-3.500 ogni anno.
Al contempo, rileviamo oltre 13.000 infermieri stranieri in servizio, a vario titolo, sul territorio nazionale senza iscrizione agli Ordini e senza i dovuti controlli sulla conoscenza della lingua (in virtù delle deroghe prevista da decreti emergenziali), che quindi lavorano in un contesto di totale insicurezza delle cure.

È cambiato il modo di fare sanità, ma gli standard ancora no: gli ultrasessantacinquenni sono il 25% della popolazione e a loro, come alle altre categorie di cittadini servono poche e puntuali prestazioni cliniche e lunghe stagioni assistenziali che solo gli infermieri possono garantire, conclude la FNOPI.

Fonte FNOPI

trend nei corsi di laurea in infermieristica.docx   

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